Fare filosofia oggi, come ieri o come domani, è imparare a vivere. Vivere la vita nella sua complessità di particolari e viverla anche nella sua semplicità. Molti vorrebbero vedere tolta la filosofia dai programmi scolastici. Io dico a costoro che farebbero un errore. Bisognerebbe, anzi, studiarla prima di quello che normalmente si fa: escogitare un sistema per farla studiare ai bambini, e non solo nel modo in cui si studia negli ultimi anni di scuola, ma in un modo più semplice, più immediato. Affrontare i temi delle relazioni interpersonali e del rapporto con il mondo con delle applicazioni pratiche oppure tramite immagini. Oggi i filosofi, o saggi, servono ancora come ieri per studiare i Grandi Problemi ed i vari aspetti di una società. Coloro che vogliono eliminare gli studi di filosofia o più in generale di tutte le Scienze Umane, sono coloro che hanno più paura di queste materie in quanto non potrebbero agire come vorrebbero; cioè sono quelli più propensi a fare diventare IL mondo UN mondo di tecnocrati. Dalla tecnocrazia alla guerra c’è solo un passo! E’ nei momenti di crisi che si parla di eliminare questi studi. Perché? Ebbene perché tutti questi studiosi impedirebbero ai governanti di fare “follie”, di agire di testa loro senza tenere conto del destino dell’Umanità. Non è sopprimendo la filosofia o le Scienze Umane che si estirperanno i mali della società attuale. Anzi, è proprio il contrario: i mali aumenterebbero a vista d’occhio e dopo non si saprebbe come affrontarli e curarli. Le Scienze Umane, le cosiddette “scienze inesatte” sono la mente del mondo e le Scienze Esatte ne sono il corpo, la parte fisica, cioè, del mondo. Tutti e due questi elementi formano Il mondo e non uno solo di questi. E’ come dire che un Uomo è solo pensiero, oppure è solo materia. Chi potrebbe, senza fare correre a sé stesso e al mondo un rischio di annientamento, sottoscrivere una tale opzione unilaterale?