1 –
Arrivando a Parigi, capitale indiscutibile della Cultura, ho dovuto affrontare diverse questioni: la rigidità dei Francesi, la durezza del sistema, la “burocrazia” parigina, ecc… Vedendo tutto ciò, avrei voluto fare “marcia indietro”: non volevo più avere a che fare con questa città mostruosa, disumana! Ho capito che non avrei resistito a lungo. Ma era ormai veramente troppo tardi. Avevo già effettuato tutte le pratiche per iscrivermi all’Università: non potevo più tirarmi indietro.
Ho dovuto adottare un’altra soluzione: quella dell’adattamento. All’inizio fu difficile, talvolta molto difficile, ma col tempo…
Ciò che seguirà sarà un tentativo di spiegazione dell’ “influenza parigina” su quelli che, come me – sono un “pittore part-time” – hanno potuto trarre profitto del loro soggiorno a Parigi.
2 –
Parigi ha avuto un’influenza indiscutibile sulla mia pittura. Non saprei definirla né in modo positivo, né negativo. Un pò tutti e due alla volta.
Parigi mi ha fatto aprire gli occhi su una cosa: il mondo contemporaneo; in quel senso è positiva: per mettermi in guardia contro di lui; ma essa è negativa dal punto di vista della sensazione e del sentimento: sempre più pessimista. Infatti, i quadri che ho dipinto dopo solo un anno di vita parigina sono tra i più pessimisti che abbia mai realizzato.
3 –
L’importanza di Parigi nel campo artistico è incomparabile. Io stesso, che dipingo durante i miei momenti di tempo libero, non ho saputo sfuggirci. È da molto tempo che non avevo dipinto prima di arrivare a Parigi. Venendoci ho sentito il bisogno di ricominciare per poter tradurre queste impressioni in immagini. I primi quadri eseguiti dopo l’esperienza parigina sono piuttosto pessimistici, ma di un pessimismo positivo: voglio dire con ciò che possono essere paragonati ad un segnale d’allarme, o piuttosto di ATTENZIONE. È una messa in guardia!
4 –
La pittura deve possedere un carattere sociale; quando dipingo un quadro, lo faccio perché mi è stato ispirato da un fatto sociale.
5 –
A Parigi l’Uomo non è più considerato come un essere umano: fa parte di una grande apparecchiatura. Egli è l’equivalente di un pezzo preso separatamente da un apparecchio elettronico (penso ad un apparecchio radiofonico). Se si tratta di un pezzo inadatto, deve essere rimpiazzato. Esso non può disturbare il sistema.
6 –
Quando mi trovo davanti alla tela bianca pronta ad essere dipinta, ciò che voglio tradurre è una messa in guardia contro qualcosa di cui mi sono ispirato in seguito ad un o a diversi fatti sociali. Faccio coincidere, mescolo la filosofia e la pittura; la mia pittura deve possedere qualcosa di rivoluzionario come ogni filosofia rivoluzionaria.
7 –
Ogni artista che viene a Parigi deve aver subito interiormente l’influenza parigina. Come potrebbe essere altrimenti?
8 –
Rispetto ad ogni altra città, Parigi non mi ha mai così tanto ispirato per quanto riguarda la mia pittura.
9 –
L’atmosfera di Parigi in questo senso è differente. C’è qualcosa nell’aria che ispira gli artisti. Si osa agire più che altrove!
10 –
In questi ultimi giorni, passeggiando attraverso il cuore stesso di Parigi, ho percepito che non dovevo essere ostile a questa immensa metropoli che è Parigi. Mi sono “riconciliato” con lei. Come potrei continuare ad esserle ostile? Non ho visto io per puro caso decine e decine di gallerie d’arte differenti che esponevano ciascuna un genere diverso di pittura?
È in ciò che l’artista subisce l’influenza parigina della quale parlo tanto. Vedendo queste mostre, come potrebbe l’artista non trarne profitto per la propria creatività?
11 –
Qualche tempo fa, all’Università, parlando con i miei compagni delle impressioni che risentivano rispetto alle grandi città, fui sorpreso sentendo quali furono quelle della maggior parte di essi andando a New York. Esse coincidevano esattamente con le mie venendo a Parigi. Per loro Parigi era una città di provincia rispetto a New York; come per me Parigi era una metropoli “abominevole”, per loro New York era quella città mostruosa “divoratrice di uomini”.
12 –
La sensazione di libertà dell’artista a Parigi gli fa fare delle grandi opere, se non addirittura delle opere monumentali all’altezza di questa metropoli.
13 –
L’arte contemporanea consiste da parte dell’artista nel trasmettere ciò che egli risente, in altre parole le sue sensazioni, su un determinato argomento. Non deve però rimanere classico nel disegno, nella composizione. Se vede, se contempla il tema in una forma bizzarra, se non addirittura incomprensibile per gli altri, deve perseguire la propria tendenza, la propria impulsione: per far capire il concetto, non deve tradire se stesso.